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Grano per pastiera: come cuocerlo e con cosa sostituirlo

grano per pastiera

Il grano è uno degli ingredienti principali della pastiera, ed è quello che richiede sicuramente più attenzione nella sua lavorazione.

La parte della ricetta che riguarda il grano è infatti sicuramente quella più lunga e complicata, almeno che non si voglia acquistare il grano per pastiera già pronto in barattolo. Ma se siete arrivati qui sicuramente state cercando qualche informazione in più su come cuocere il grano e con cosa sostituirlo.

Partiamo dalla mia esperienza: l’ho già raccontato nella ricetta della pastiera, ma riassumo qui; per tanti anni ho litigato un po’ con questo grano tenero bio in grani, per la pastiera: a volte perchè mi dimenticavo il lungo ammollo e quindi ero in ritardo con tutti gli altri tempi, a volte perchè alcuni chicchi nonostante l’ammollo rimanevano durissimi, e quindi dopo aver faticato tanto a fare la pastiera bisognava togliere questi chicchi fastidiosi. A volte perchè nonostante il passaggio nel passaverdure non raggiungevo mai la cremosità che tutti vogliamo nella pastiera, a volte perchè semplicemente non lo trovavo.

E l’ultima volta ho deciso che era ora di abbandonare il grano e passare al farro.

La sostituzione è stata semplice e indolore: il farro e il grano sono entrambi tipi di cereali appartenenti alla famiglia delle graminacee, sono adatti alle stesse lavorazioni; il farro inoltre è più ricco di fibre, proteine e alcune vitamine e minerali rispetto al grano comune, quindi altri vantaggi a suo favore.

Ma ne voglio aggiungere ancora uno, quello principale nella preparazione di un dolce complesso come la pastiera: il farro bio integrale che utilizzo non necessita ammollo, e si cuoce in 20-25 minuti.

Cottura del farro per pastiera

Il procedimento di cottura quindi diventa semplicissimo: sciacquate velocemente il farro, mettetelo in una pentola in acqua fredda, portate l’acqua a bollore e lasciate cuocere per 20-25 minuti.

    Lasciatelo raffreddare a lungo, meglio se tutta la notte. A questo punto si può procedere con la bollitura con gli altri ingredienti, quindi lo rimettiamo sul fuoco con latte, buccia di limone, cannella e burro e lo lasciamo bollire fino a quando il liquido non si esaurisce.

    • 700 g di farro cotto
    • 500 ml di latte intero
    • la buccia grattugiata di un limone
    • 30 g di burro
    • 1 pizzico di cannella

    Una volta raffreddato metà del farro deve essere passato con il passaverdure, mentre l’altra metà può rimanere in chicchi.

    Nella foto di copertina le pastiere della Pasqua 2024, con farro.

    Quando fare la pastiera? Ricetta e tempi

    quando fare la pastiera

    La cucina a casa nostra non è molto tradizionale, ma per i dolci delle feste non c’è alternativa che tenga. E quindi non è Natale senza panettone, e non è Pasqua senza la pastiera (e anche la pizza di formaggio, la colomba e la pizza a solchi, certamente). Anche se non è un dolce tradizionale delle nostre parti (dove impera la pizza a solchi da mangiare con il salame) ci piace tantissimo e quindi non possiamo fare a meno di autoprodurla.

    Ma quando fare la pastiera per mangiarla a Pasqua? Anche qui, come per il panettone, è necessario partire con i tempi giusti, non tanto per la lievitazione (che non c’è in questo caso) quanto per preparare il grano e poi per lasciare riposare, come da tradizione, la pastiera.

    Dunque tenendo conto che la pastiera deve riposare almeno un paio di giorni dopo la cottura per arrivare al massimo del suo sapore e mettendo nel conto i 3 giorni di ammollo del grano, un altro giorno di riposo, un giorno per impastare, bisogna partire almeno una settimana prima. Secondo queste previsioni quindi la data giusta per iniziare le operazioni è il weekend prima di Pasqua, quello delle Palme.

    L’anno scorso sono partita con i tempi giusti ma ho avuto qualche problema con l’ammollo del cereale: per la prima (e temo anche ultima volta) avevamo del grano autoprodotto, nato da seme bio e coltivato con amore e passione nel campo qui sotto (questa storia del grano è interessante e complicata, merita un altro post). Il grano era lì da più di un anno, in attesa di decidere se essere ripiantato, macinato, mangiato dalle galline, e invece è finito nella pastiera. Però alcuni chicchi non hanno reagito all’operazione di ammollo e cottura, sono rimasti duri e quindi hanno dato un effetto ‘croccante’ anche alla pastiera. Negli anni successivi ho acquistato con molto in anticipo del grano tenero bio in grani, calcolando i tempi giusti senza l’ansia di quando fare la pastiera. Da due anni uso il farro bio integrale per comodità e facilità di utilizzo: il risultato è ottimo.

    La ricetta che seguo deriva in parte da quella di Dissapore (nella quale c’è però qualche passaggio oscuro) e in parte da due ricette tradizionali napoletane, una passata da un’amica e una da una collega di mia mamma.

    Con questi dosi si ottengono due pastiere per teglie da 22 cm e una miniporzione per l’assaggio. Attenzione anche alle teglie: meglio usare quelle tradizionali in alluminio, tipo queste che trovate su Amazon.

    Per il grano

    Partiamo quindi prima di tutto dal grano: prima di procedere alla cottura il grano va messo a bagno per 3 giorni, cambiando spesso l’acqua in cui è immerso. Partiamo da 300 g di grano crudo in chicchi, per arrivare, dopo la bollitura, a circa 700 g di grano cotto.

    Dopo l’immersione va bollito in acqua abbondante per almeno due ore, e poi va lasciato raffreddare, meglio se tutta la notte. A questo punto si può procedere con la bollitura con gli altri ingredienti, quindi lo rimettiamo sul fuoco con latte, buccia di limone, cannella e burro e lo lasciamo bollire fino a quando il liquido non si esaurisce.

    • 700 g di grano cotto
    • 500 ml di latte intero
    • la buccia grattugiata di un limone
    • 30 g di burro
    • 1 pizzico di cannella

    Una volta raffreddato metà del grano deve essere passato con il passaverdure, mentre l’altra metà può rimanere in chicchi.

    Mentre preparate il grano procuratevi la ricotta e mettetela a scolare per un paio di giorni. Soprattutto se si tratta di una ricotta fresca perderà molto siero, quindi per arrivare ai 700 g necessari mettetene a scolare almeno 800 grammi.

    Se poi volete esagerare con l’autoproduzione partite anche con i canditi (la mia ricetta la trovate qui), così da averli belli asciutti per metterli nel ripieno. Se invece volete comprarli vi consiglio questi Bongiovanni, buonissimi e provenienti da frutta di origine biologica.

    Per la frolla

    • 500 g di farina debole
    • 250 g di burro freddo
    • 200 g di zucchero a velo
    • 2 uova intere
    • 1 pizzico di sale

    Incominciate a impastare farina e burro, unite quindi lo zucchero e infine le 2 uova sbattute con un pizzico di sale. Fate riposare in frigo per almeno 2 ore.

    Per il ripieno

    • 700 g di grano già cotto (il grano iniziale sarà aumentato di volume e anche di peso, perciò prima di continuare ripesatelo e continuate con le giuste quantità)
    • 700 g di ricotta di pecora già scolata
    • 500 g di zucchero semolato
    • 5 uova intere più 2 tuorli (volendo gli albumi montati a neve da aggiungere dopo)
    • vaniglia
    • acqua di fiori d’arancio (mezza fialetta)
    • 150 g di scorzetta di arancia e limone candita (almeno 3 agrumi)

    Lavorate la ricotta con lo zucchero, quindi aggiungete le uova e i tuorli leggermente battuti con una forchetta, il grano cotto nel latte, l’estratto di vaniglia, l’acqua di fiori d’arancio e i canditi tagliati a cubetti piuttosto piccoli. Mescolate fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.

    Prepariamo finalmente la pastiera!

    Tirate fuori la frolla dal frigo e dividetela in tre parti uguali (due per le teglie, l’altra per le strisce di copertura). Stendete la frolla su un piano leggermente infarinato con uno spessore di 4/5 mm e foderate la teglia.

    Versare all’interno della frolla il ripieno di ricotta e grano fino a 1 cm dal bordo e completate incrociando delle strisce di pasta larghe un paio di cm fino a formare dei rombi.

    Cuocete a 170° nella parte bassa del forno, acceso per i primi 30 minuti solo nella parte inferiore. Continuate la cottura per altri 60 minuti con il forno acceso sia sopra sia sotto.

    Spegnete il forno e lasciare riposare con lo sportello aperto per 10 minuti. A questo punto la pastiera è pronta ma prima di essere mangiata deve riposare almeno un paio di giorni in un luogo fresco e buio.

    Al momento di servirla spolverizzate con lo zucchero a velo.

    Migliorie:
    Se il grano dopo la bollitura risulta troppo granuloso passate al passaverdura la metà del quantitativo: il ripieno finale deve risultare abbastanza liquido, tanto da fare la ‘goccia’.

    La pizza a solchi di Palombara Sabina

    pizza a solchi palombara sabina

    Se c’è un dolce tradizionale che rappresenta in pieno le tradizioni locali è la pizza a solchi. Talmente locali che si fa solo nel paese qui vicino, Palombara Sabina, il paese dei miei nonni, dove in dialetto viene chiamata ‘pizza a soleca‘.

    La pizza a solchi è un lievitato tipico di Pasqua, e la tradizione è quella di mangiarla durante la colazione pasquale con i salumi o con qualunque piatto si trovi a tavola (con la coratella, con la frittata, con le uova sode, ma anche con la nutella). Insomma è una valida alternativa alla pizza di Pasqua.

    Come tutti i lievitati i tempi sono lunghi: si parte la sera prima con l’impasto base di farina e lievito. La mattina successiva si aggiungono all’impasto tutti gli ingredienti, si impasta energicamente (la nonna lo faceva a mano, noi lo facciamo con la nostra fedele impastatrice!), si divide l’impasto in pagnotte, si pongono le pagnotte su una superficie spolverata di anice (in modo che si attacchi in maniera omogenea) e si lascia ancora lievitare al caldo per 15/16 ore.

    Dopo la seconda lievitazione le pagnotte devono essere capovolte (in modo che l’anice sia visibile sul lato superiore), trasferite nelle teglie e ‘solcate’ con le dita. Dopo un ulteriore riposo di un paio di ore le pizze a solchi sono pronte per essere cotte: 180° per circa un’ora, fino a quando non sono brunite.

    La ricetta che vi riporto è quella ereditata da mia nonna ed è utilizzata da tutta la famiglia. Come si conviene alle ricette di una volta ha dosi un po’ abbondanti: con la ricetta vengono fuori 6 pizze delle dimensioni di una pagnotta, adatte a sfamare famiglie bene più grandi delle nostre!

    Per comodità comunque trovate in coda una ricetta di dimensioni più modeste, per provare e sperimentare anche voi una pizza a solchi.

    Ricetta tradizionale per 6/8 pizze

    Per il primo impasto, da fare la sera prima, occorrono:

    • 1kg di farina
    • 1 cubetto di lievito da 25 g
    • acqua qb (solitamente 500/600 ml)

    Per il secondo impasto invece occorrono:

    • 10 uova
    • 3 kg di farina
    • 1kg di zucchero
    • 2 lieviti di birra
    • 2 bicchieri di latte
    • 2 bicchieri di olio
    • 1 bicchiere di alchermes
    • 1 bustina di lievito per dolci
    • buccia di arancia e di limone grattuggiato
    • anice

    Ricetta ridotta per una pizza a solchi

    Per il primo impasto, da fare la sera prima, occorrono:

    • 170 g di farina
    • 4 g di lievito di birra
    • 100 ml di acqua

    Per il secondo impasto invece occorrono:

    • 2 uova
    • 500 g di farina
    • 170 g di zucchero
    • 8 g di lievito di birra
    • 70 ml di latte
    • 70 ml di olio
    • 35 ml di alchermes
    • 1 bustina di lievito per dolci
    • buccia di arancia e di limone grattuggiato
    • anice

    Colomba fatta in casa con pasta madre

    Colomba fatta in casa con pasta madre

    Nei periodi di festa la nostra pasta madre non ha pace: tra panettoni, pizze cresciute, colombe e pizze al formaggio, pani e panini, c’è sempre un rinfresco da fare. Per la Pasqua ovviamente non può mancare la colomba fatta in casa con pasta madre. Anche questa, come altre delle nostre ricette, parte dalla base del libro delle Sorelli Simili Pane e roba dolce, per essere poi adattata alla nostre esigenze di pasta madre e di gusto.

    Le dosi che trovate qui sotto sono per 1,5 kg di colomba, che possono essere divise in due forme alate da 750 grammi (su Tibiona le trovate a un prezzo giusto e di varie misure).

    Per quanto riguarda i tempi di esecuzione occorre calcolare dal primo impasto (al quale si arriva con 250 grammi di pasta madre rinfrescata) circa 12 ore per il secondo impasto, poi altre 3 o 4 per arrivare alla cottura.

    Come il panettone, anche la colomba fatta in casa con pasta madre ha bisogno di almeno 24 ore di riposo prima di essere tagliata e mangiata.

    1° Impasto

    • 250 g pasta madre
    • 1 uovo
    • 2 tuorli
    • 150 g latte con vaniglia
    • 30 g panna
    • 120 g burro
    • 100 g zucchero
    • 550 g farina Manitoba

    Impastare questi ingredienti molto bene, fino a quando l’impasto non diventa liscio (almeno 10 minuti nell’impastatrice); mettere in una ciotola unta di burro e far riposare 12 ore a circa 23/25° (nel forno con la luce accesa, per esempio).
    Alla fine del riposo l’impasto deve essere più che raddoppiato.

    2° Impasto

    • 30 g zucchero a velo
    • 30 g burro
    • 30 g mandorle tritate
    • 150 g canditi (noi li facciamo in casa, la ricetta la trovate qui)
    • 1 tuorlo
    • 4 g sale
    • vaniglia

    Amalgamare bene tutti gli ingredienti, aggiungendo il 1° impasto e far riposare per 20-30 minuti.
    Dividere l’impasto nei contenitori e far lievitare per 3-4 ore al caldo.

    Glassa

    • 30 g di mandorle tritate
    • 60 g di zucchero
    • 25 g albume di uovo

    A fine lievitazione coprire con la glassa, distribuendolo soprattutto sui bordi per non appesantire il centro.
    Guarnire con mandorle intere, granella e zucchero a velo.

    Cuocere in forno per 25-30 minuti a 180/190°.

    Pizza di Pasqua al formaggio (anche detta torta di Pasqua)

    Pizza di pasqua al formaggio

    Questa pizza di Pasqua al formaggio è una specialità pasquale del centro Italia. Si trova in diverse varianti (tipi di formaggi, burro o strutto al posto dell’olio, quantità di uova) dall’Umbria alla Campania. Io vi presento la mia versione biologica, gustosissima ma non eccessivamente pesante.

    Divertitevi a cambiare i formaggi utilizzati, ma usate sempre materie prime di qualità e, preferibilmente, farine biologiche.

    Ingredienti per la pizza di Pasqua al formaggio:

    • 400 g di pasta madre rinfrescata 2 volte (*)
    • 400 g di farina bio 00
    • 300 g di farina di forza bio manitoba
    • 150 g di pecorino romano grattugiato
    • 150 g di parmigiano grattugiato
    • 350 g di pecorino a cubetti
    • 6 uova bio
    • 100 ml di olio extravergine di oliva
    • latte q.b. per arrivare a 600 ml di liquidi totali
    • 3 cucchiaini di sale
    • 3 cucchiaini di zucchero
    • pepe al gusto
    • un pizzico (circa 2-3 g) di lievito di birra secco (come starter per la pasta madre)
    pizza di pasqua al formaggio
    Via!
    • Preparate 600 ml di liquidi totali mettendo in un misuratore 6 uova, 100 ml d’olio e latte q.b. a raggiungere 600 ml
    • Sciogliete la pasta madre nel liquido, aggiungete il sale, lo zucchero, un bel po’ di pepe macinato (al vostro gusto) e emulsionate il tutto con una forchetta
    • Aggiungete le farine e il formaggio grattugiato e mescolate grossolanamente con la forchetta e lasciate riposare per 10 minuti, per permettere l’assorbimento della farina
    • Aggiungete un pizzico di lievito di birra secco e impastate nell’impastatrice (per quanto? fate voi, io accendo la macchina per 10′, poi faccio riposare per 5′, poi riaccendo altri 10′, ecc. per un totale di circa 30 minuti, e comunque fino a che l’impasto sia ben “incordato”)
    • Mettete a riposare per 2-3 ore in un luogo caldo. Io metto l’impasto nel forno spento ma con la lampada accesa e un pentolino di acqua bollente che aiuterà la lievitazione con il calore e la massa a non seccarsi con il vapore.
    • Sgonfiate l’impasto, incorporate i cubetti di formaggio e mettete il tutto in 2 forme da plumcake oliate e infarinate e mettetelo a lievitare al caldo fino al raddoppio del volume (sempre 2-3 ore, sempre nel forno spento con lampada accesa e pentolino d’acqua bollente)
    • Scaldate il forno al massimo, infornate e abbassate immediatamente la temperatura a 180°C e cuocete per un’oretta
    Buon divertimento!
    (*) la mia pasta madre si rinfresca con 50% acqua – 50% farina, se la vostra ha proporzioni diverse adattate la ricetta variando le proporzioni di liquidi/solidi nell’impasto. Per altre indicazioni sulla pasta madre potete leggere la ricetta del panettone.