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Cotto e i processi della cucina – Michael Pollan

cotto michael pollan

I libri che ci ispirano in cucina sono tanti, e esulano un po’ dai titoli classici, soprattutto perché nel tempo la nostra cucina è diventata sempre di più integrale, in tutti i sensi.

Tanto spazio alle verdure, ancora di più ai legumi e ai cereali integrali, quasi nessun alimento industriale complesso (e per complesso intendo tutto quello che ha più di 3 ingredienti), poca carne selezionata e cotta nel modo giusto, tanto fai da te: pane, dolci, pasta e conserve.

Detto questo i libri base diventano quelli che partono dagli elementi base, e che ci aiutano a esplorare con un approccio scientifico anche la cucina.

E dunque gli autori che apprezziamo di più sono quelli che ci spiegano il perché e il per come; due su tutti Michael Pollan e Dario Bressanini, due scrittori provenienti da background differenti ma che utilizzano approcci esperienziali e scientifici alla materia cibo.

Michael Pollan è giornalista e scrittore; nei suoi libri ha affrontato diversi argomenti (il giardinaggio, la cucina, nell’ultimo anche l’assunzione di droghe), sperimentando tutto in prima persona, immergendosi nell’argomento e raccontandolo con trasporto e semplicità. Lo ha fatto mentre sistemava il suo giardino in Una seconda natura e mentre imparava a fare il Pit Master o il fornaio a San Francisco. E proprio il libro che racconta di questa esperienza, dei diversi approcci alla cottura del cibo, pieno di riferimenti e con una bibliografia da tenervi impegnati per i prossimi 20 anni, è uno di quelli che più ci ha coinvolto e interessato. Il libro in questione si chiama Cotto e racconta la trasformazione del cibo attraverso quattro elementi e quattro processi diversi: il fuoco per la cottura barbecue, l’acqua per tutto ciò che è stufato o cotto in un liquido, l’aria per la lievitazione del pane, e la terra per la fermentazione di birra,  latte e ortaggi.

Premesso che Cotto è come una bibbia per chi è appassionato di cucina, segnalamo anche per i poco propensi alla lettura la serie di documentari Cooked disponibili su Netflix, traduzione visiva del libro, dove potrete ascoltare Michael Pollan che racconta con altrettanta maestria gli argomenti del libro.

Sul nuovo libro di Pollan sulle sostanze psichedeliche, che ancora non abbiamo letto, segnalo anche questo ottimo articolo uscito su Rivista Studio.

Le vite degli alti: progettare una cucina adatta alla propria altezza

Essere alti è sicuramente un privilegio: assicura una vista migliore ai concerti, ti permette un passo più lungo, ti evita di essere ad altezza ascelle in metropolitana, ti dà una prospettiva diversa sulle cose.

I problemi spesso sottovalutati sono però nel rapporto con gli oggetti di uso comune, sviluppati intorno a un’altezza media di 1,70 metri: i pantaloni da uomo, i sanitari bassi, i piani di lavoro delle cucine, gli sportelli negli uffici pubblici, le poltrone di cinema e treni.

Qui a etiqette superiamo abbondantemente 180 cm entrambi, e nel corso della nostra vita abbiamo collezionato esperienze frustranti di vita quotidiana con la gobba per lavare le stoviglie, con la schiena dolorante per tagliare le verdure o con le gambe ripiegate troppo in bagno.

Per questo quando è stato il momento di progettare casa nostra lo abbiamo fatto tarando tutti i mobili sulla nostra altezza, con particolare attenzione ai piani della cucina dove passiamo un sacco di tempo.

Grazie a un’accurata progettazione con SketchUp, e a due libriccini trovati nei negozi di arredamento sull’ergonomia perfetta (uno di Valcucine, disponibile a questo link, l’altro di Del Tongo, che si chiama Best Solutions che trovate invece in download a questo link) per la progettazione delle cucine, e al lavoro del nostro falegname di fiducia, abbiamo realizzato la nostra cucina proprio come la volevamo, con i piani di lavoro alti 100 cm e un’isola centrale della stessa altezza.

Il supporto dato dai libri di progettazione è stato fondamentale, perché la cucina deve rispettare alcuni criteri di ergonomia per essere funzionale, e vanno inoltre ben studiati i percorsi tra piano di lavoro, fuochi, lavandino e dispensa. Alla fine il progetto che abbiamo portato al falegname è stato quello che vedete qui sotto, e la realizzazione fedele quella nella foto in alto.

cucina persone alte

I piani e l’isola non sono di certo comodi per tutti: parenti e amici di altezze normali spesso si trovano in difficoltà nell’utilizzo, ma per noi questa ergonomia è una conquista di cui gioiamo ogni giorno.

Ho un parco sopra a casa

Si chiama il Parco dei Monti Lucretili; è un parco regionale molto vicino a Roma, ed è un piccolo mondo meraviglioso dove crescono le orchidee selvatiche e fa il nido una coppia di aquile reali.

Non è molto conosciuto, o almeno non lo è per la sua interezza: da Roma si raggiunge con un’ora o poco più Monte Gennaro ma i paesi e i panorami del parco sono anche altri. La vista sul Velino, la piana carsica del Pratone, i lagustelli di Percile, la cresta di Monte Pellecchia.

Oggi un pezzo di questo parco e di questi luoghi amati è raccontato nel video qui sotto, insieme alla storia di alcune delle persone che lavorano nel parco e che lo raccontano ogni giorno.

Lo scatolone dei viaggi, ovvero come NON conservare ricordi di viaggio

Quello nella foto è il mio scatolone dei viaggi. Forse la foto non racconta bene le dimensioni ma lo scatolone prima conteneva una trapunta per letto matrimoniale, e nonostante le notevoli misure di cm 70x60x25, straborda di cose. Questo è il peggior modo che avete per conservare ricordi di viaggio.

Confesso che finora qualche viaggio l’ho fatto, ma lo scatone non straborda per il numero dei viaggi, ma piuttosto per il numero di ricordi.

Sì perchè per ogni viaggio una delle mie necessità è quella di conservare scontrini, indirizzi, ricevute, cataloghi e anche riviste immobiliari (non si sa mai avessi prima o poi i soldi per comprare quella casa bellissima a Contis les Bains…). Come si può farne a meno? Non si può.

Però lo scatolone non ce la fa più e anche a me tutto quello spazio nel sottotetto sembra sprecato. Oggi allora ho aperto lo scatolone e ho deciso di fare una cernita, ma niente da fare, ci sono cose da cui non mi voglio liberare, conservare ricordi di viaggio per me è indispensabile.

Ho rinunciato a buttare, ma non a riorganizzare: si perchè tutto quel materiale bello e interessante e pieno di vita ora non è consultabile. Se voglio recuperare il nome di quel ristorante fighetto a San Jose devo ribaltare tutto e aprire sacchetto per sacchetto; la maggiorparte delle volte mi stufo prima di trovare quello che cerco e allora anche conservare quel biglietto da visita (perché so che c’è!!) mi sembra inutile.

Ho pensato di fare allora delle scatoline personalizzate per ogni viaggio, tipo queste su Pinterest, belle bellissime da tenere in libreria, chic che non impegnano, ma anche in questo caso la fruizione mi sembre un po’ scomoda, e rischio di far scoppiare anche queste scatole.

Per ora la soluzione migliore che mi è venuta in mente, spulciando anche qua e là su Pinterest è un quaderno di viaggio, anzi uno scrapbook di viaggio sul quale attaccare tutti quei mini pezzettini di carta e quelle guide turistiche local rimediate durante i viaggi. Sarà un lavoro lungo, per questo ho incominciato con lo sfoltire i sacchetti e lasciare solo l’essenziale, che per gli ultimi due viaggi si è tradotto in queste due bustine trasparenti. Il prossimo passo per andare avanti è procurarsi un quaderno non troppo costoso da personalizzare e trasformare in una guida fai da te. Che la forza e la pazienza, e il tempo siano con me!

Alla ricerca di sedie: come è entrata in casa la sedia basculante

sedia varier variable basculante

Ci sono cose in casa per cui vale la pena spendere un po’: le lampade a led, le valvole termostatiche, le finestre, le pentole e le padelle eterne.
Se poi la vostra casa funziona anche come studio/ufficio, cioè se passate tutto il giorno dietro allo schermo del pc a fare e scrivere cose che i vostri genitori non capiscono, avrete bisogno di altre tre cose: una connessione veloce, una scrivania grande sui cui lavorare mangiare prendere appunti e una sedia o uno sgabello basculante.

Sulla prima cosa della lista ho poco da dire: la fibra arriva a casa vostra? Bene, tutto il resto è noia.
Sulla grandezza della scrivania non ho dubbi: deve essere il più grande possibile, con una buona luce, spazio per decine di portapenne con penne che non usate più e per tenere in carica tutti i dispositivi elettronici che avete (in contemporanea ovviamente) e con una bacheca consolante dove tenere cose belle, facce belle e appunti indimenticabili.

Sulla terza prima o poi ho intenzione di scrivere trattati interi con titoli acchiappaclic tipo ‘Sconfiggi la cervicale dondolando’ o ‘Mille e una contorsioni sotto la scrivania’ o ancora ‘Scopri come eliminare la cellulite seduta alla tua scrivania!’ (ora vado a registrare gli appositi domini, così non mi potete rubare i titoli…), intanto mi porto avanti con un articolo di blog.

La dimensione lavorativa di free-lance non ti permette di vivere decentemente ma ti permette di scaricare le spese e di preoccuparti della tua salute (ché figurarsi se un datore di lavoro si preoccupa della tua schiena o della tua cervicale) e dopo molto patire alla ricerca di una sedia giusta mi sono regalata una sedia basculante, conosciuta da noi in tempi passati come la sedia Stokke, ossia la sedia Varier Variable. Oggi il marchio Stokke è rimasto solo per la linea bambini (che comprende il famoso e famigerato trespolo seggiolone evolutivo Tripp Trapp, culle e lettini, passeggini da fuoripista e altre utilità di design) mentre le sedute sono sotto il marchio Varier.

Come mi ci trovo? Dopo 3 anni di uso pieno e quotidiano posso dire ‘molto bene’. Il mio problema principale con le altre sedie era un fastidioso dolore cervicale soprattutto alla sera, problema che è totalmente scomparso. Ovviamente per abituarsi a basculare ci è voluto un po’: la prima settimana si perde l’equilibrio ad ogni movimento, però il corpo si adatta, assume una nuova postura e incomincia automaticamente a dondolare. Purtroppo la prova di un pomeriggio non  basta per rendersi conto dell’effetto, perchè la comodità si raggiunge solo dopo un po’. Il consiglio è di acquistarla e se proprio non riuscite a trovare la vostra dimensione rivendetela, intanto si rivende bene anche a prezzo pieno (non se ne trovano molte usate).

Il colore che vedete nella foto è Ruggine con telaio nero. Il prezzo è un po’ caro e purtroppo non c’è modo di trovarla a prezzo inferiore, neanche online (iscrivetevi però alla newsletter perché per il black friday ci sono delle offerte interessantissime!). Anche i tempi di acquisto, per alcuni colori particolari sono molto lunghi, perciò preparatevi ad aspettare, o a prendere il colore disponibile.