Per un po’ di mesi in questo 2017 mi sono chiamata Artura. Non è un nome particolarmente bello ma ha un significato particolare perché Artura è nata appena dopo il famigerato Movimento Arturo. Per chi in questa primavera si è perso qualche pezzo di cultura pop sinistroide, il Movimento Arturo, creato della redazione di Gazebo, è un movimento politico satirico che si è autoalimentato e autodefinito da sè.
Noi di @welikechopin siamo qui per dimostrare che il Movimento Arturo ci mette nattimo a superare i follower di @articolo1dempro pic.twitter.com/VUJFi0ql03
— Movimento Arturo (@MovimentoArturo) 28 febbraio 2017
Nato per sfidare su web e social i piccoli partiti spuntati qua e là, ha attratto in meno di 3 mesi più di 50.000 follower su Twitter, generato centinaia di meme e fornito anche materiali di riflessione a un pezzo della politica che ha visto nei fan di Arturo un popolo di (politicamente) scontenti in fermento.
In questo flusso di coscienza collettivo, da cui sono nati migliaia di circoli virtuali e tematici, ho provato a far entrare in gioco anche la voce delle Arture, cioè una voce declinata al femminile, Movimento Artura, per provare a far emergere nel panorama politico arturiano temi cari a noi donne.
Gli articoli a nome Artura sono stati pubblicati anche sul periodico autoprodotto e autoinventato L’Arturità (potete leggerli in pdf lì, o ripubblicati su questo blog) che con enorme sforzo collettivo dal basso ha provato a tradurre in un prodotto intelligente e fruibile tutte le idee che Movimento Arturo ha generato.
Al momento il Movimento Arturo è in stand-by: il team di Gazebo è passato da Rai3 a La7, sicuramente ci sarà un nuovo programma, con lo stesso team e un nuovo nome ma non è ancora chiaro se ci sarà spazio per Arturo, Artura, tutti i circoli e i loro seguaci.