Il Primo Maggio è una festa importante: politica, di piazza, piena di significati ma anche di leggerezza.
Da queste parti, almeno per una decina di anni, tra le scuole superiori e l’università, la meta del Primo Maggio è sempre stata il concertone di Piazza San Giovanni: un tuffo nella folla, nella piazza piena di musica, a prendere posti con il sole a picco sulla testa, con gli idranti pronti a schizzare, le bottiglie di vino contadino, la metro chiusa, il parcheggio lontanissimo e le marce a notte fonda per rientrare a casa.
Ma il Primo Maggio è anche il maggetto dei pic-nic con gli amici, delle gite al mare per il primo bagno o delle camminate in montagna senza il caldo torrido dell’estate.
Ma soprattutto il Primo Maggio è fave e pecorino, obbligatorio, senza se e senza ma! Con il tempo, ospitando amici di varie provenienze ho scoperto che il piatto tradizionale del Primo Maggio è soprattutto del centro Italia: siamo noi di Roma e provincia quelli fissati che non festeggiano il Primo Maggio se non hanno fave e pecorino.
L’origine della tradizione è abbastanza ignota, ma anche abbastanza semplice a pensarci: cosa c’è di più comodo da portarsi per un pic-nic che una forma di pecorino e un cartoccio di fave?
Ovviamente sulle fave c’è anche tutto un simbolismo dovuta alla pianta stessa: le fave per gli antichi romani erano simbolo di fertilità e fecondità, e cosa c’è di meglio per festeggiare l’inizio della stagione estiva che mangiare le fave? Ma le fave erano anche il legume collegato all’aldilà e ai defunti, simboleggiavano le anime dei morti e per questo motivo erano utilizzate in numerosi rituali scaramantici.
Un mix perfetto: scaramanzia e fertilità, come farne a meno? Soprattutto in una giornata come quella del Primo Maggio! A proposito: buon Primo Maggio a tutti!!!
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